martedì 17 novembre 2015

Parigi non è uno spunto di gioco


Di recente un gestore ha pubblicato sul forum di gdr-online.com questo thread qui, aprendo il dibattito su come si dovrebbe gestire un evento della portata di quello di Parigi in un gioco di ruolo moderno che viaggia sulla stessa timeline del mondo in cui viviamo. Bisognerebbe integrare tragedie ancora fresche nell'universo di gioco, e se sì in che misura? Se il mio gioco fosse ambientato nella Parigi di oggi, dovrei infilare nelle bacheche ON il discorso di Hollande, lo stato d'emergenza, la chiusura delle frontiere? O dovrei andare ancora più avanti, arrivare a questare la caccia al terrorista e permettere ai giocatori di scrivere che i loro personaggi conoscevano le vittime?

La mia prima risposta è di stomaco: no. Come un po' tutti quelli che dormono poco, ho seguito gli avvenimenti in diretta fino a tarda notte, e ho spento il computer con lo stomaco attorcigliato. Come tutti quelli che hanno amici negli arrondissements colpiti, o anche solo a Parigi, ho passato la sera ad aspettare che rispondessero ai miei messaggi. Come tutti quelli che a Parigi ci sono passati, che fosse in vacanza o per periodi più lunghi, ho immaginato le strade lungo cui ho passeggiato invase dai proiettili, e mi sono chiesta cosa farei io se qualcosa del genere accadesse nella mia città. Trovo quindi che sia una risposta assolutamente naturale il desiderio di non voler rivivere virtualmente il tornado di cattivi sentimenti, orrore e terrore causato da un atto di terrorismo con centinaia di vittime civili, avvenuto a due porte di distanza da quella di casa nostra. Non è un caso che Hollywood, nel periodo seguente all'attentato al World Trade Center, tolse qualsiasi riferimento alle Torri Gemelle dai suoi film. Quando uscì il secondo capitolo della trilogia del Signore degli Anelli, "Le due torri", un'ampia parte del pubblico si lamentò di come il titolo potesse venire associato alle altre due celebri torri che erano cadute l'anno prima.

Ma una risposta di stomaco è valida solo quando c'è una tesi a supportarla, e la tesi per cui non dovremmo giocare Parigi si riassume in pochi punti:
  • Perché il mio feed di facebook è più che sufficiente a leggere analisi di sedicenti esperti di sicurezza internazionale, islamofobie varie, "siamo tutti Parigi" (no, non lo siamo), commenti superficiali di critici della società moderna e più in generale opinioni di persone che non hanno imparato che ha senso parlare se si hanno cognizione di causa e cose interessanti da dire. E preferirei non dover decidere tra il sorbirmi questa roba o abbandonare il gioco in cui mi trovo, così come avrei preferito non dover annullare qualsiasi mia interazione con i social nei giorni seguenti al 13.
  • Perché già è difficile processare un accadimento drammatico individualmente e formarsi un'opinione informata sugli eventi che riesca a mediare tra l'oggettività dei fatti e le lenti con cui guardiamo il mondo. Fare lo stesso lavoro due volte, per personaggi inventati che magari sono simpatizzanti dell'IS o occidentali radicalmente razzisti, è qualcosa che richiederebbe una razionalizzazione di quanto accaduto, dei meccanismi psicologici che hanno messo in moto e delle mancanze (culturali, di governo, di società) che le hanno causate, per cui ci mancano ancora gli strumenti analitici e la lucidità mentale necessaria - quegli strumenti analitici e quella lucidità che invece possiamo sperare di avere per eventi ugualmente tragici ma ormai storici, oppure per piaghe sociali che, pur non essendo esperienze collettive, sono state sufficientemente studiate e sufficientemente generiche nella loro universalità, come potrebbero essere la tossicodipendenza o la violenza sessuale - fermo restando che in ogni caso, e legittimamente, a chiunque dovrebbe essere sempre permesso giocare solo ed esclusivamente ciò con si sente a proprio agio -. Insomma: è troppo presto e troppo vicino a casa.
  • Perché un attentato terroristico di cui stanno ancora identificando le vittime non può e non deve essere uno spunto di gioco e di divertimento per terzi.

Sono argomenti poco originali, e già nel thread proposto su gdr-online si può intuire come siano condivisi da più persone. Ciò che invece trovo davvero interessante è cercare di capire da dove viene la reazione "di stomaco" opposta. A quale stimolo risponde il giocatore che vuole giocarsi il memoriale per le vittime, o il gestore che ingloba la strage nell'universo di gioco?

 Non lo so. Forse risponde solo alla necessità di esorcizzare la paura trasferendola in un mondo virtuale sicuro, perfettamente controllato, in cui nessuno rischia davvero nulla.

Forse, invece, siamo così abituati a divorare narrativa e storie da non riuscire bene a distinguere ciò che ha spazio nelle narrazioni "finte" e ciò che invece dovrebbe rimanere nei limiti del nostro mondo. La moltiplicazione di serie televisive è un sintomo lapalissiano della nostra esigenza di nuovi racconti, e il consumo e la produzione di storie sono attività a cui i giocatori di ruolo sono particolarmente portati. In inglese un'inchiesta giornalistica o un esteso reportage si chiamano stories, storie, e non a caso: il giornalismo assume spesso strutture mutuate dalla narrativa classica per raccontare eventi reali, e il cattivo giornalismo assume quelle strutture anche quando stanno strette alla storia stessa. Proprio come con una serie avvincente, siamo stati incollati alle news da Parigi per sapere come sarebbe andata a finire. Io stessa ho deciso di spegnere il computer e andare a dormire solo dopo aver seguito gli ultimi atti delle vicende del teatro Bataclan.

L'orrore raccontato ci incolla allo schermo, che sia fittizio o reale. Forse chi chiede di trasferirlo in gioco vuole inconsciamente questo: prolungare la storia, non lasciarla andare e questa volta parteciparvi attivamente, da protagonista. Non lo condanno: penso sia un impulso naturale. Ma penso sia più importante razionalizzare che questa è una storia che non ci appartiene. E di cui, di certo, non dovremmo disporre.

23 commenti:

  1. Già. E poi ecco: non giocherei con serenità con un giocatore che so essere razzista o {inserire-altra-qualità-morale-spregevole}.
    La verità è che meno so del compagno di gioco "medio", meglio mi sento.
    (Ciò chiaramente ad esclusione delle persone con cui ho piacere di avere anche un rapporto off-game.)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Su quanto sia meglio non sapere chi c'è dietro la tastiera potrei scriverci un intero post (e ora che mi hai dato lo spunto, musa, penso proprio che prima o poi lo farò).

      Elimina
    2. Ecco... Il come andrebbe a finire uno spunto del genere è un'ottima argomentazione.
      Per il resto ora rispondo a parte

      Elimina
  2. Parte 1: perché no. I commenti migliori sul l'atteggiamento dei social vengono dai comici (cito dopo).
    Il che vuol dire che siamo messi malino

    Per quanto mi riguarda, avendo un amico a cena nell'11 arrossisse mente ed essendo stato lì, ho avvertito una strana sensazione.
    Non so se sarei mai riuscito a metabolizzarla e capirla se non avessi avuto la "dose forte" dopo gli attentati a Londra.
    Perché in quel caso... Ecco, vedere in TV la fermata della metro che hai preso tutti i giorni per un mese (Warren Street, vicino all'esplosione dell'autobus) mentre un presunto attentatore ci passa davanti per imboccare la stradina che porta al parchetto tanto carino dove hai baciato la tal ragazza, passando davanti al pub nel quale hai provato tutti i giorni a farti fare un espresso decente (per poi ripiegare sulla birra a colazione): ecco, questo ha il sapore della profanazione.
    E siccome il mondo si è rimpicciolito, è pieno di gente che c'è stata a Parigi o che ha un amico lì e che a vedere una giocata con sfondo i suoi affetti e ricordi avrebbe la stessa reazione di quello che si trova quattro ragazzi e una chitarra sulla tomba della nonna

    RispondiElimina
  3. Parte 2: perché si.
    Ci sono due tipi di persone che vogliono esprimere a tutti i costi il loro cordoglio.
    I primi sono persone buone e sensibili magari un po impedite socialmente che perdoniamo a prescindere perché sono buone e sensibili

    L'altra categoria sono gli egocentrici. Loro stanno solo cercando di dirci: malgrado il casino che sta succedendo, prestatemi attenzione anche oggi.
    E sono (citazione necessaria) come un fotografo di matrimoni che fa solo selfie

    RispondiElimina
  4. Nella land dove stavo cominciando a giocare già il giorno dopo qualcuno ha pubblicato in bacheca on commenti sull'attentato con pareri politici di vario tipo (da "è colpa della politica occidentale" a "a morte tutti i musulmani"): la land mi stava piacendo e prendendo ma, ammetto, mi è venuta un'ansia assurda e ho mollato tutto... anche se qualche giorno dopo la gestione ha rettificato il tutto, dicendo di non giocarselo e che non era successo nulla, in realtà, in land.
    Passata la voglia di giocare in un colpo, di stomaco.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Capisco lo sgonfiamento dell'entusiasmo. Almeno in questo caso c'è da lodare il dietrofront della gestione, che si è resa conto della problematicità della cosa.

      Elimina
    2. Di che gdr stiamo parlando?

      Elimina
    3. Mi sembra che in realtà non abbiano affatto annullato la cosa. Ho visto che sia in bacheca che in gioco si parla degli attentati terroristici di Parigi e, anzi, mi è sembrato che ci si marciasse sopra con le trame di gioco.

      Elimina
    4. Annullare la trama principale perché in qualche modo ricordava quello che è successo era abbastanza controproducente e pure un po' ipocrita, tanto valeva chiudere la land. Ci teniamo a sottolineare - ed è per questo che rispondiamo - che nessuno ha incoraggiato o marciato sopra al 13 Novembre, infatti il primo pensiero è stato far presente ai giocatori che si parla di cose non correlate e far dimenticare loro qualunque affinità con la cosa, proprio perché Orde viaggia su un universo diverso. Nessun riferimento dunque a Isis, nessun riferimento a organizzazioni simili. Si parla di attentati terroristici sì, ma con una matrice diversa da quella che ha coinvolto Parigi e altri Stati, tant'è vero che sono stati ripresi i player che confondevano le due cose, proprio perché umanamente non ci è sembrato giusto, non ce la sentivamo di incoraggiarli e li abbiamo quindi bloccati sul nascere.
      E' stato purtroppo inevitabile che però qualcuno "cascasse nel dejavu", nessuno poteva prevedere che uno scenario di fantasia trovasse tanta affinità con una realtà così vicina che prima, a noi "occidentali", ci aveva fortunatamente solo sfiorato.
      Le trame di gioco stavano coinvolgendo tutta Europa da ben prima di Parigi e stiamo tuttora cercando di far progredire l'ambientazione sui binari che erano già stati delineati in fase di progettazione col massimo rispetto, quindi l'intenzione è proprio diversa dal marciare su una tragedia per trame di gioco. Non ce n'è francamente neppure il bisogno né, a dirla tutta, ci converrebbe, visto che saremmo le prime a non divertirci in un gioco simile.
      Far percepire la differenza - in un contesto moderno - é una cosa abbastanza ostica, non é facile allontanare un "fantasma" così presente e che ci ha bloccate (proprio moralmente) per settimane. Ma é processo che tentiamo di seguire, consapevoli che richiederà tempo, non ce la siamo proprio sentita di snaturare il contesto e il gioco costruito finora perché "ricorda Parigi", anche se appunto gli attentati di Orde sono un'altra cosa.
      Fortunatamente chi gioca questa cosa l’ha capita, chi non ha voluto darci neanche il beneficio del dubbio no e ce ne dispiace, ma da un lato è comprensibile e non ci sentiamo neppure di criticare la sensibilità di chi non se l'è sentita più di proseguire quel tipo di gioco.

      Staff O&M

      Elimina
    5. Sì ma io rispondevo semplicemente a quest'affermazione:
      "anche se qualche giorno dopo la gestione ha rettificato il tutto, dicendo di non giocarselo e che non era successo nulla, in realtà, in land."

      Detta così sembra che abbiate detto, appunto, di non giocare i fatti di Parigi perché in land non sono accaduti. Dentro O&M invece sono riportati come accaduti, con articoli dedicati ecc.
      Poi per carità, non conosco le trame che stavate portano avanti da prima e non dico né penso che si dovrebbe annullare tutto, ma ammetto che leggere dei vari hashtag lanciati dai PG e delle vignette su attacchi e terrorismo, sapendo che avete riportato *anche* gli attacchi di Parigi, mi ha fatto salire un certo disagio e avrebbe allontanato dal gioco anche me.

      Elimina
    6. Io ci gioco e non credo sia giusta l'analisi, o meglio, probabilmente lo è stata per un paio di giorni, ma non per malafede o un desiderio di marcirci della gestione.
      Semplicemente, come capita spesso davanti a questi eventi, ci si ritrova spiazzati e la portata è così devastante da riversarsi immediatamente anche in gioco se l'ambientazione rende plausibile uno scenario simile, ma è una cosa che parte dai player ancor prima che dagli staff, o almeno su Orde è quello che è accaduto.
      Il "correggere il tiro" poi s'è visto nel voler utilizzare una trama già avviata da circa un mesetto (o poco meno) con una quest a cui è stata aggiunta una comunicazione -forse ingenua- data in gioco che fa riferimento a dei generici "fatti di Parigi" e metterli in un calderone che comprende uno scenario che si fa man mano più tragico a livello europeo, senza però esplicite somiglianze. Non si parla di Bataclan, non si parla dell'Isis... a dire il vero i terroristi di cui si parla ad Orde sono ancora "misteriosi", il puzzle non è completo e ce ne vorrà prima di comporlo.
      Quindi sì, ci sono *anche* gli attacchi di Parigi, ma non sono *quegli* attacchi che conosciamo noi e non si è in alcun modo incoraggiata la strumentalizzazione della cosa, anzi, siamo un po' tutti concentrati sulle sorti di questo staterello immaginario che si sta avviando verso un binario alternativo.
      Per quanto riguarda i politici, è normale che affrontino la cosa cavalcando l'onda della propaganda. I temi delicati sono e saranno sempre gli stessi in un lasso di tempo determinato, quindi di cosa dovrebbero parlare?

      Neanche io biasimo chi si è allontanato, ma ancora una volta credo sarebbe stato più utile manifestare il disagio, cercare di chiarire questa cosa con una gestione apertissima al confronto e non sparire da un giorno all'altro come è capitato per alcuni utenti.

      Elimina
  5. " A quale stimolo risponde il giocatore che vuole giocarsi il memoriale per le vittime, o il gestore che ingloba la strage nell'universo di gioco?"

    L'essere umano è un animale sociale e come tale tende (tranne casi patologici) a partecipare alle vicende ed al dolore altrui. Lo fa in molti modi diversi: c'è chi si piazza una bandiera dello stato attaccato dietro la propria foto o chi inveisce contro le ipotizzabili cause.
    Anche chi, in risposta a queste reazioni, si lamenta di chi sbandiera questi sentimenti lo sta facendo perchè in fondo partecipa emotivamente alla vicenda; la sua è solo una reazione di tipo differente e va letta esattamente come tutte le altre, non ha nè minore nè maggiore dignità. E' una reazione umana, punto.

    Per inciso credo che si tratti, come ha palesato Arpia, di esorcizzare una vicenda: è senza dubbio un modo per affrontarla e metabolizzarla; per farla "nostra" affinchè non possa più ferirci o spaventarci in futuro. Ed è qualcosa che fanno tutti.

    Compreso il prolungare la storia: è solo un modo per conoscerci meglio, per condividere meglio qualcosa con gli altri e con noi stessi.
    Del resto (e parlo come qualcuno che scrive) il 99% delle volte che si scrive è per noi stessi.

    Tornando alla domanda iniziale:
    "Bisognerebbe integrare tragedie ancora fresche nell'universo di gioco?"
    Non vedo perchè no, sebbene personalmente non giocherei mai una tragedia così fresca.

    RispondiElimina
  6. Secondo voi a sto punto che approccio dovrebbero avere i gdr che - senza usare tragedie fresche o riferimenti reali - avevano già un'ambientazione che includeva attentati, organizzazioni segrete, disastri e sparatorie?
    Ste land chiudono? Intanto che passa l'onda devono fare solo quest leggere e bloccare quindi le trame più cruente?

    Firmato
    Un Fato in difficoltà!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Proseguire con le solite trame, senza aggiungere riferimenti espliciti e specifici agli attentati appena verificati. D'altronde non credo che sia proprio necessario questare un attentato in una sala concerti chiamata Bataclan, no? Non siamo a questo punto scarsi di fantasia, immagino.

      Elimina
    2. No infatti, però penso che la cosa metta ansia comunque a prescindere che lo chiami Bataclan o PostoX. E insomma, urtare la sensibilità di qualcuno è l'ultima cosa che vorrei fare però d'altro canto ho una quest da mandare avanti, da qui il mio "dilemma".

      Elimina
    3. Probabilmente sì, però appunto, lo spunto "attentato terroristico" può essere rimodellato in modi che non richiamino specificamente l'evento. Poi ovviamente non conoscendo la quest di cui parli, è difficile dare un consiglio preciso. :) Insomma, io proseguirei tranquillamente quello che ho cominciato, evitando però riferimenti troppo espliciti alle dinamiche specifiche di Parigi.

      Elimina
  7. Comprendo il disagio che può nascere da una situazione del genere e non giudico la sensibilità delle persone ma ci vedo anche una certa ipocrisia in quei giocatori che un secondo prima erano contentissimi di ruolare personaggi delinquenti, razzisti o coinvolti in attentati-et-similia, e di colpo puff.. spunta fuori un buonismo spropositato.
    Se a me dà fastidio un certo tipo di gioco, è a prescindere dalla realtà.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché dovrebbe essere a prescindere dalla realtà?
      Se lo fosse, significherebbe non saper fare neppure un distinguo tra interpretazione di un personaggio di fantasia in un contesto di gioco e comportamenti reali. Questo discorso, che già è stato fatto altrove in altre discussioni, dovrebbe stare a significare che -al solito- se io gioco uno stupratore, devo essere pro stupro anche in off? Se gioco un terrorista in un preciso contesto di gioco, devo essere una simpatizzante di ISIS e affini in off?
      Ovviamente non è così.
      Se gioco una cosa non lo faccio perché trovo che sia super divertente e che non mi disturbi quando accade nella realtà. Non c'è alcuna ipocrisia nel saper scindere gioco e fatti gravi reali, perché finché gioco il delinquente, razzita o coinvolto in attentati-et-similia, non sto facendo del male a nessuno.

      Io ho giocato per anni una neo-nazi, omofoba e razzista, violenta, affiliata ad una banda di certo non di volontari della caritas. Questo dovrebbe impedirmi in qualche modo di trovare orribili tutte le cose su elencate quando si parla del mondo reale?

      Elimina
    2. Perché gli attentati che ruolo sono attentati di fantasia, non attentati in cui magari sono rimasti coinvolti delle persone vere che conosco e a cui tengo.
      È esattamente come dice Sbiru: a me piace lo splatter, mi piace il gore, mi piace la violenza, ma non quando mi capita addosso off game in prima persona.
      Non mi sembra particolarmente complessa come cosa.

      Elimina
    3. Mi ritengo fortunata per riuscire a distinguere fantasia da realtà allora, ma penso che qualcuno potrebbe interpretare la cosa come mancanza di sensibilità.
      Resto dell'idea che non bisogna concentrarsi troppo su determinati temi soprattutto quando sono freschi, ma neanche evitarli come la peste. Affrontati con tatto, non ci vedo nulla di male, ma è lo stesso tatto e buon senso che io vorrei vedere utilizzato sempre in gioco, qualunque sia il tema trattato. L'unico limite che imporrei è quello dato dal materiale umano con cui si ha a che fare e se i giocatori (e/o la gestione) non sono in grado o non vogliono gestire determinate tematiche, allora è giusto che vengano messe da parte, anche se per indole sono contro i colpi di spugna.

      Elimina
  8. Quoto gli ultimi due Anonimi.

    RispondiElimina